Le sottodenominazioni
La maggior parte degli appassionati di vino ed enologia, e moltissimi sommelier, fanno fatica a ricordare perfettamente tutti i vitigni italiani e le zone di produzione a cui legare una particolare bottiglia di vino. Figurarsi quanto è difficile orientarsi in questo ambito per un amatore…Il territorio italiano è contraddistinto da una varietà e da una ricchezza di vitigni e zone di produzione tali da fare invidia praticamente a tutti i paesi del mondo: tenerli tutti sotto controllo non è affatto un compito facile, e il rischio di perdersi tra doc, docg, dop e igt, è sempre dietro l’angolo. Innanzitutto, è necessario capire bene quale sia il significato preciso di questi acronimi ed imparare a giudicarli per questo che sono (per questo vedere le sezioni dedicate sul nostro sito). La fase successiva può essere rivolta allo studio e all’approfondimento di quelle denominazioni e di quelle sigle che risultano al bevitore medio meno conosciute.
Già, perché se si desidera arrivare ad una conoscenza se non completa quantomeno abbondante del capitolo enologia, è necessario sapere fin da subito che le sigle doc e docg non si esauriscono alla menzione semplice di loro stesse, ma sono arricchite da numerose “sottodenominazioni”. Questa diramazione è relativa agli uvaggi, ovverosia alla qualità e alla provenienza dell’uva utilizzata per la produzione del vino. Un esempio che possiamo prendere in considerazione in questa sede è quello dei Colli Piacentini, che in generale sono contraddistinti dall’acronimo Doc (di origine controllata), ma lascia spazio a diversificazioni. Esistono, fra le altre, la sottodenominazione Colli Piacentini Vin Santo, un vino prodotto mediante l’utilizzo di uve aromatiche come la Malvasia, la Candia e il Sauvignon, oppure possiamo parlare della sottodenominazione Colli Piacentini Vino Novello, che vede la luce mediante la lavorazione di uve Barbera, Croatina o Pinot Nero.
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Si parla di sottodenominazioni varietali quando il vino viene prodotto servendosi di un solo vitigno base presente in percentuale dominante, e in piccola parte utilizzando uve differenti, ma senza ombra di dubbio, tra tutte, le sottodenominazioni più importanti e conosciute sono quelle geografiche, ossia relative a distinzioni che hanno a che fare con i luoghi. Rimanendo ancorati all’esempio dei Colli Piacentini, possiamo introdurre alcune sottodenominazioni di questa categoria , parlando del Colli Piacentini Val Trebbia o del Colli Piacentini Vin Santo di Virolego, giusto per citare quelli più famosi.
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