Arneis
L'Arneis è un vitigno a bacca bianca autoctono piemontese, in particolare dell'albese, e più precisamente della sinistra Tanaro, dove ci sono i suoi terreni preferiti, sulle colline ben esposte.
Le prime notizie sull'Arneis risalgono al Quattrocento, quando veniva chiamato con il nome di
Renesio o
Renexi dalla sua zona di provenienza, il Roero, chiamata in latino
Renexium. Inizialmente e fino alla metà del Novecento, il vitigno veniva utilizzato per la produzione di vini dolci, mentre tra il Settecento e l'Ottocento veniva impiegato nella produzione di Vermuth sperimentali.
L’origine di questo vitigno a bacca bianca si perde nella notte dei tempi, così come non si conosce con esattezza la sua zona d’origine. Alcuni documenti lo legherebbero già fin dal Quattrocento al Roero, oggi terra privilegiata per la sua coltivazione. Per secoli è stata diffusissima ma tra le due guerre mondiali ha risentito dell'emigrazione dalle campagne alle città, tanto da rischiare l'estinzione fino al suo rilancio una trentina di anni fa. Prima del suo rilancio invece veniva prevalentemente usata nei vigneti di Nebbiolo in quanto le sue bacche molto dolci attiravano gli uccelli tenendoli di conseguenza lontani da quelle del pregiato vitigno rosso. Inoltre nei secoli passati, quando ancora non vi era la tendenza all'invecchiamento, l'Arneis veniva utilizzato per ingentilire il vino rosso prodotto con il Nebbiolo, sempre grazie alla dolcezza dei suoi acini. Il rilancio del vitigno è passato anche da un'attenta selezione clonale migliorativa per le rese prima basse a causa di una mancanza di uniformità delle piante. Il suo nome infatti potrebbe essere riconducibile al dialetto del cuneese, dove Arneis significa birichino o scapestrato.
L'Arneis oggi è diffuso solo nella provincia di Cuneo, specificatamente sulle colline del Roero ubicate sulla riva sinistra del Tanaro. Il vitigno è molto pregiato, tanto da essere definito il
Nebbiolo Bianco o
Barolo Bianco. Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medie, a forma cilindrica-piramidale e densità compatte, alati. Le bacche sono anch'esse di dimensioni medie, a forma sferica con colorazione giallo-verdastro che si fa dorata nelle parti esposte al sole. Le bucce hanno alte concentrazioni di pruina. Il vitigno è molto vigoroso, con rese nella media e regolari. Viene allevato con la tradizionale controspalliera con potatura a Guyot, anche se non soffre le potature corte. Viene coltivato in qualche ettaro anche in Sardegna, dove fu introdotto all'epoca della dominazione piemontese. In Piemonte viene coltivato su colline di arenarie asciutte, dove i terreni sono morbidi e drenati dalla presenza di sabbia e marne.
L'Arneis viene sempre più vinificato in purezza, con ottimi ed eleganti risultati. Dà vini secchi e profumati, con una gamma olfattiva dalle piacevoli profumazioni floreali e di frutta bianca. Il palato si fregia di un bel corpo pieno, dalla leggera ma evanescente spalla acida con un bel finale di mandorla amara. È un vino che può invecchiare bene qualche anno, anche se perde di acidità, mentre può essere invece vinificato in versione Passito con ottimi risultati. Ha una sua denominazione propria, il Roero DOCG , e fa parte del disciplinare della denominazione Langhe DOC. nel complesso i vini dell'Arneis devono essere bevuti entro un paio di anni, se non si vuole perdere la freschezza che l'acidità conferisce.
Nelle produzioni migliori l'Arneis offre eleganti profumazioni di fiori bianchi e mela, su fondi di pesca e nocciola. I colori sono paglierino con brillanti vene verdognole. Esiste anche una vinificazione spumante, dove il naso si fa fragrante, con note di lievito, crosta di pane e piccoli tocchi di vellutata vaniglia.
È un ottimo vino per le zuppe e le minestre non saporite e speziate, con pesci di lago e formaggi freschi. Nella versione passito invece si irrobustisce per incontrare dolci cremosi o secchi. Nella tipologia spumante è un ottimo aperitivo, ma anche un vino per antipasti leggeri di pesce.
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Tra i produttori che vinificano l'Arneis in purezza c'è Ceretto, molto conosciuto, e il suo Blangé Langhe DOC, con il vitigno che proviene da terreni costituiti al 50 per cento da argilla, mentre il restante è un misto di limo e sabbia con il primo elemento maggioritario. Il colore è di un paglierino molto scarico, con belle profumazioni alla frutta bianca, in particolare pera e mela. Il palato è ben equilibrato e sostenuto da una vena sapida che sostituisce l'acidità evanescente tipica del vitigno. È un ottimo vino per gli antipasti di crostacei crudi.
Ottimo invece il Reoro Arneis DOCG di Vietti, un'istituzione della zona, con un vino elegante dai profumi inebrianti di pera, pesca bianca e nocciola. Ottima struttura al palato, con abbinamenti con la quiche.
Classico il Roero Arneis Cayega di La Tenuta Carretta, con fiori bianchi e frutta persistenti sostenuti da aromi di acacia, nocciola e la tradizionale pera. Ottima struttura, da provare con i moscardini al pomodoro.
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