Nuragus

Il vitigno

Il Nuragus è un a bacca bianca dalle origini molto antiche, che trova il suo territorio natio in Sardegna, diffuso soprattutto nella provincia di Cagliari. Qui è coltivato in grandi quantità, tanto da essere pari al 40% di tutte le coltivazioni a vigneto della zona, con qualche sconfinamento nella provincia di Oristano. La sua coltivazione è comunque in regressione visto che in passato rappresentava una percentuale ancora più importante arrivando negli anni 80 a produrre addirittura 1 milione di ettolitri l'anno. L'introduzione delle numerose denominazioni di origine controllata hanno fatto sì che il vitigno sia stato progressivamente sostituito però con varietà migliori, tanto che la produzione attuale si è attestata sui 300.000 ettolitri, vinificati da uve che occupano una superficie di 3.300 ettari circa. Nonostante questa drastica riduzione, la percentuale di vino prodotto con il Nuragus è ancora del 30% del totale. Il Nuragus è autoctono della Sardegna e la sua presenza nell'isola è attestata fin dalla prima colonizzazione fenicia. Da quel momento in poi il vitigno è rimasto coltivato pressoché nella stessa zona dove questo antico popolo fondò la città portuale di Nora, situata sulla piana del Campidano. La sua origine fenicia sarebbe confermata dagli etimologi che vedono nel prefisso nur la derivazione dalla lingua dell'antico popolo. Il Nuragus è stato ed è tuttora un vitigno molto importante per l'isola, tanto da essere uno dei pochi descritti con dovizia a partire dall'Ottocento, mentre per gli altri vitigni sardi le notizie disponibili risultano sempre scarse. Più che la qualità è la produttività del vitigno ad attrarre l'attenzione, tanto che nella descrizione del Morris la varietà viene chiamata vitis abundans, mentre per il Cara il sinonimo è Abbondosa. Viene chiamata localmente anche con i sinonimi di Axina de pòberus, Axina de margiani, Axina scacciadèppidus,/em>, citati dal Cettolini, mentre per i sinonimi italiani si fa riferimento a quello di Uva di Cagliari citata dal Lolli. Il Vitagliano usa il dialettale Burdu, con il significato di “selvaggio” utilizzato nel Sarcidano. La prima testimonianza scritta comunque dovrebbe risalire al Trecento quando veniva descritto un vitigno chiamato Bruscu Bianco, corrispondente al Nuragus che in quel contesto storico era l'unico vitigno bianco, con la Vernaccia che però conserva tuttora quel nome, coltivato in Sardegna. La fortuna del vitigno è dovuta alla sua elevata produttività, affiancata dalla coltivazione molto semplice che sfrutta l'allevamento ad alberello. Il Nuragus per questo trovò fortuna nei rimpiazzare le viti danneggiate nell'Ottocento dalla fillossera.

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I vini del Nuragus

Nonostante una qualità non eccelsa, il Nuragus è quasi sempre vinificato in purezza, mentre nei tagli viene utilizzato solo all'occorrenza. Nella vinificazione in purezza l'alberello consente di limitare le rese per aumentare la qualità, altrimenti poco apprezzata. Per quel che riguarda il taglio con le altre uve, il Nuragus trova largo impiego per delle Madeirizzazioni o nella produzione dei Vermouth. La vnificazione in purezza, se effettuata con dovizia e precisione, trova invece protezione nella denominazione controllata Nuragus di Cagliari DOC, istituita già dal 1975. Sotto questa denominazione il vitigno viene vinificato anche amabile, spumante e frizzante. Nella tipologia spumante la produzione deve essere effettuata con uve in cui si anticipano le vendemmia, altrimenti non in grado di garantire la necessaria acidità.

I vini del Nuragus sono paglierino tenue con toni verdognoli. Nell'esame olfattivo il Nuragus offre spunti floreali dalla gamma bianca seguiti da freschi aromi agrumati e di mela verde. Nella maturazione completa il vino ha sufficienti zuccheri naturali per produrre una buona alcolicità, stemperata da un'ottima freschezza a cui si accompagna un bel gusto sapido. Per tentare di limitare le rese, il disciplinare del Nuragus DOC pone un limite di 160 quintali per ettaro. Sia nella versione secca che amabile il Nuragus DOC trova abbinamenti con il pesce sia cucinato in fritture che in zuppa. Buono anche l'incontro con molluschi e crostacei.


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I produttori

nuragus Argiolas, tra i più famosi e prolifici produttori sardi, vinifica il Nuragus di Cagliari DOC con un prezzo molto interessante nel rapporto con la qualità, vestito di un paglierino a venature d'oro. La gamma olfattiva non è complessa ma efficacie con buona presenza di pera williams e frutta esotica. Il palato ha come maggior pregio la persistenza e la ripetizione dei gusti fruttati. È ottimo con le linguine ai frutti di mare.

Interessante anche il Nuragus di Cagliari Ajò DOC de Il Nuraghe Cantina del Mogoro con venarure verdognole. La gamma olfattiva risulta sempre fruttata alla pera, ma con sfumature di mele verdi, nocciole e melone. È un vino molto fresco e acido, perfetto per l'aperitivo, le grigliate di pesce e le verdure.




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