Pinot Bianco
Pinot Bianco è il nome italiano del Pinot Blanc di chiara origine francese, largamente usato e diffuso nella nostra penisola tanto da poter ormai essere considerato adattato e quindi quasi italiano. Il vitigni infatti è piu coltivato dello Chardonnay, in particolare nel nord-est e in Lombardia, dove costituisce un taglio essenziale ai grandi spumanti della regione. Si trova a suo agio in tutto l'arco alpino, quindi in Trentino, in Veneto e in Alto-Adige, oltre che nelle vivine Austria e Germania. Sembra che la sua prima introduzione nel nostro paese risalga agli inizi dell'Ottocento, in Piemonte, regione però questa che ne fa un uso molto limitato, se non quasi nullo. In Italia il Pinot Bianco si segnala per la sua lieve aromaticità ma soprattutto per una forte acidità, che fornisce ottime uve per i vini frizzanti e i grandi spumanti lombardi.
In origine il Pinot Bianco nasce in Francia, e precisamente nella Borgogna dei primi dell'Ottocento da una probabile mutazione genetica del più scarso qualitativamente Pinot Gris, Grigio in italiano. La sua migliore qualità lo porta subito nel Piemonte dei Savoia, allora francofono. In Borgogna è ancora largamente utilizzato, anche se spesso in passato fu confuso con lo Chardonnay di cui ha molte similitudini. Il Pinot Bianco viene ritenuto per questo importante, anche se rispetto al suo nobile compagno francese, non fornisce certamente ne la stessa qualità, ne la stessa longevità.
Il vitigno si presenta con grappoli di medio-piccole dimensioni a forma cilindrica, alati e di densità compatta. Le bacche sono sferiche, di dimensioni medio-piccole, con bucce fini.
È una vite mediamente vigorosa, con buone rese costanti da vendemmiare precocemente per non rinunciare all'ottima acidità fornita. Anche il germogliamento è precoce. Soffre i terreni in cui è presente clorosi ed umidità, ma fornisce buona qualità in quelli asciutti e ben esposti trovandosi a suo agio anche nei climi caldi. Viene allevato con forme diverse, a seconda della latitudine, preferendo comunque quelle poco espanse. La vendemmia va generalmente anticipata non solo per conservare l'acidità, ma anche per difenderlo dalla botrite, unica avversità di cui si segnala la sofferenza.
In Italia come detto il Pinot Bianco è molto usato nel nord e nell'est per la produzione di vini leggeri da tavola, con colore paglierino e sfumature verdognole. La gamma olfattiva risulta delicata e generalmente floreale, con punte fruttate. Al palato i vini sono altrettanto delicati, di media struttura, secchi ed acidi. Nella spumantizzazione invece il vino guadagna una notevole acidità e longevità, grazie proprio al Pinot Bianco, sfumando sul dorato nell'invecchiamento. Il Pinot comunque viene vinificato sia in purezza che assemblato spesso con lo Chardonnay o il Pinot Noir vinificato in bianco. In Italia e in generale il Pinot Bianco produce comunque vini secchi e leggeri. Questo lo rende un vino per tutti i pasti, in particolare per i crostacei e i molluschi, ma anche i pesci di lago fino ai primi meno sofisticati. È ottimo comunque anche con piatti di verdure e formaggi freschi, nonché in aperitivo o con affettati non stagionati. Fa parte di molte denominazioni di origine friulane, trentine, venete, ma il suo ruolo più importante lo svolge nei grandi Franciacorta, anche se nei migliori spumanti di questa denominazione si tende ad usare l'assemblaggio di solo Chardonnay e Pinot Noir. I viticoltori italiani, a differenza di molti altri, usano produrre i vini dal Pinot Bianco lavorandolo con rese molto basse, in modo da accentuarne e fruttarne appieno la qualità.
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Il Pinot Bianco fa parte degli assemblaggi del Franciacorta, anche se non dei migliori spumanti che preferiscono Chardonnay e Pinot Nero, o in purezza o assemblati. Il Pinot Bianco è comunque parte dell'ottimo assemblaggio del Franciacorta Cuvée Brut di Bellavista, un vino pregiato e rinomato di un coloro oro splendente, brioso e dalla gamma olfattiva tropicale con ananas, lime e sentori di nocciole. Il palato si fregia di freschezza e gusti di agrumi, ottimo da abbinare al rombo con gli asparagi. Sempre da Bellavista il fermo Terre di Franciacorta Bianco Curtefranca in assemblaggio con lo Chardonnay, dove spiccano gli aromi della banana, dell'albicocca e dei fiori bianchi. Ottimo il palato, dalla struttura densa e la spiccata sapidità, per incontrare i tagliolini ai polipetti.
Il Pinot Bianco è nell'assemblaggio anche del Extreme Brut di Berlucchi, dove compare ancora una volta l'albicocca con le susine e la nocciola, avvolta nei lieviti. Fresco e dai gusti agli agrumi, il palato si adatta bene alla pasta con la ricotta.
Importante il ruolo del Pinot Bianco nel Franciacorta Brut di Fratelli Berlucchi, un vino pregiato ed elegante, dorato brillante, con belle profumazioni di frutta secca, camomilla, pesca, aneto e timo. Il palato qui è cremoso, ottimamente fruttato e brioso. Ottimo con la rana pescatrice al porro.
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