Verdicchio Bianco
Il Verdicchio è un vitigno autoctono italiano a bacca bianca, che trova molti terreni coltivati nel centro della penisola, con particolari risultati qualitativi sulla costa che si affaccia sull'Adriatico. Di particolare pregio sono le coltivazioni nelle Marche, dove lo si trova nelle sue estensioni vitate maggiori, mentre in Emilia, nel Lazio, nell'Umbria, in Toscana, e nella Sardegna ha pochi ettari coltivati. Se ne trova in piccola parte anche in Lombardia. La sua terra sono dunque le Marche, dove è presente già in antichità, descritto nei testi latini con il nome di
viridis, derivante da
viridicare, verbo che sostanzialmente descrive le sfumature verdi brillante che offre il vino una volta vinificato.
Si pensa che nella zona di Jesi il vitigno fosse già presente nel VII secolo avanti Cristo. Il Verdicchio in passato aveva già mostrato molte analogie con il Trebbiano di Soave e il Trebbiano di Lugana, che venivano considerati vitigni identici denominati con dei sinonimi. Analogia che è stata recentemente confermata dalle analisi del DNA. Gli esperti quindi tendono negli ultimi anni a fornire diverse interpretazioni sull'origine del vitigno, tra cui quella che lo vede proveniente proprio dalle zone venete tradizionalmente vocate alla coltivazione dei due Trebbiano. La provenienza dovrebbe ricollegarsi alle epidemie di peste che colpirono quelle zone nel Quattrocento, causa di un'emigrazione verso le Marche. Probabilmente i fuggiaschi dall'epidemia portarono con loro anche delle talee da piantare nelle nuove terre. Si ritiene comunque che il vitigno marchigiano si sia modificato e adattato nel tempo risultando qualitativamente migliore rispetto ad altri Trebbiano che presentano comunque analogie importanti, come il Trebbiano Verde del Lazio, coltivato sui Castelli Romani. Qui l'associazione con il secolare Stato Pontificio di cui l'odierna regione della costa adriatica era parte importante, confermerebbe questa ipotesi.
Il Verdicchio Bianco si fa apprezzare per la sua forte vigoria e le rese basse a di qualità che maturano in epoca tarda. I grappoli sono di grandi dimensioni, con forme piramidali e alate, di media compattezza. Gli acini sono ben rotondi, medi nelle dimensioni. Le bucce sono sottili con colori gialli a sfumature verdi brillante. Il vitigno viene coltivato in collina, con preferenza per i terreni carcareo-argillosi, che conferiscono un alta qualità al vino. Cresce bene anche su altri tipi di terreno, ma senza i brillanti risultati che il suolo di Jesi riesce a conferire.
Il Verdicchio Bianco coltivato nella zona di Jesi in particolare, e nelle Marche più generalmente, è un vitigno da vinificare in purezza, con dei risultati di assoluto prestigio. Buona anche la qualità ottenuta sui Castelli Romani e in Veneto, anche se inferiore a quella ottenuta nella sua terra di eccellenza. Nei tagli viene assemblato ad altre uve bianche locali, e rientra nel disciplinare del Controguerra abruzzese. Ha le sue denominazioni d'origine anche in Veneto, ma con il nome di Trebbiano, nel Soave e nel Lugana. Con il nome Verdicchio invece è protagonista della denominazione monovarietale Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica, nelle Marche.
Vinificato in purezza da uve marchigiane, il Verdicchio offre eccellenti vini di qualità, con colori chiari, di un caratteristico paglierino in cui brillano tante sfumature verdi. Ottimo l'impatto olfattivo, con profondi aromi e un caratteristico profumo di mandorla amara. Belle anche le profumazioni floreali e fruttate espresse in contemporanea, ma più sottili rispetto agli aromi principali. La bocca è dotata, solida, con un bella freschezza strutturata e un bella spalla acida molto utile nell'invecchiamento, dove acquista una sfumatura citrina. Viene ben vinificato anche in versione passito e spumante. Il vitigno a volte risulta però, a causa di produttori poco attenti, di bassa qualità. È molto importante quindi conoscere bene la cantina prima di procedere all'acquisto.
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I produttori di alta qualità sono comunque molti, in particolare nelle Marche dove i vini raggiungono il prestigio internazionale. Protagonista sono naturalmente le denominazioni Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica.
Tra i Verdicchio di livello internazionale vi è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Balciana di Santarelli, con un colore oro e verde smeraldo. Impressionante e complessa l'impronta olfattiva, con eleganti sentori di tiglio, camomilla, fieno e frutta sciroppata immersa in un fondo di agrumi. A chiudere la mandorla e le spezie al curry. Di altrettanta qualità il palato, dotato di un ottimo equilibrio tra sapidità e freschezza. In abbinamento con il vitello alle creme.
Altrettanta qualita si trova nel Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Massaccio di Fazi Battaglia, ancora color oro. Qui il primo impatto al naso è tutto floreale, con il gelsomino, l'acacia, il sambuco e la ginestra. Segue la frutta fresca con le nespole e la pesca e a seguire il miele, l'anice e il cedro, tutto immerso in una sostenuta mineralità. Palato di grande impatto grazie ad una struttura imponente chiusa da un tocco salmastro. Ottimo per piatti con i porcini.
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