Prezzo uva da tavola
A differenza dell'uva da vino, l'uva da tavola ha una coltivazione più semplice nella fase di maturazione, e il suo prezzo è più basso anche perché non ha un ciclo economico successivo, come spiegava la scuola austriaca di economia.
Infatti nell'uva da vino vi è tutto un discorso successivo, spesso regolato dalla legge nei disciplinari di produzione dei vini DOC che rendono la coltivazione più complicata e il valore delle uve maggiore.
Questo non significa che coltivare uva da tavola sia semplice e molto economico, ma comunque sgrava il coltivatore da alcuni accorgimenti sia durante la maturazione che nell'impianto stesso del vigneto.
Il vigneto non ha vincoli legislativi per quel che riguarda la densità dei ceppi e le rese delle uve, e questo gli garantisce una maggiore produttività anche se un attento viticoltore che vuole produrre in qualità cerca sempre l'ottimo equilibrio limitando le rese. Queste naturalmente non hanno le stesse limitazioni rigide delle uve da vino e possono garantire una maggiore produzione e quindi in maggior guadagno per ogni ettaro coltivato.
Inoltre nella fase di maturazione il viticoltore non deve preoccuparsi di mantenere un equilibrio tra acidità, che è fondamentale per la vinificazione, e contenuto zuccherino. La qualità più ricercata nelle uve da tavola è infatti la dolcezza, che rende l'uva appetibile per il consumatore. Nella fase di maturazione quindi il viticoltore cercherà una maturazione il più possibile vicina a quella massima, equilibrandola comunque con la fragranza del chicco alla masticazione.
In Italia, come in molte altre nazioni, i prezzi variano da regione a regione e da città a città. Questo per vari motivi, quali distanza dal luogo di produzione, trasporto, valori economici diversi dipendenti dai rivenditori ed altro. Le uve vengono generalmente vendute ai mercati generali e lì acquistate dai rivenditori locali. Il prezzo medio italiano per il rivenditore è di circa 50 centesimi al chilogrammo, ma in Puglia, la più grande produttrice al mondo di uve da tavola, i prezzi scendono a 40 centesimi mentre a Milano, lontana da luoghi di produzione ma soprattutto con dei costi di gestione maggiori, il prezzo può arrivare a 70 centesimi. I rivenditori poi ricaricheranno il prezzo in base ai loro costi di gestione che nelle grandi città sono sempre più alti, per via dell'affitto da pagare e altre spese.
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La crisi economica che ha colpito tutto il mondo alla fine del primo decennio, e soprattutto l'embargo della Russia, hanno fatto scendere notevolmente i prezzi nella seconda metà del 2014, e in Puglia ad esempio si è arrivati a vendere le uve da tavola a 20 centesimi al chilogrammo.
La Russia infatti era uno dei principali esportatori di uva e le mancate vendite hanno riversato sul mercato interno un'offerta di gran lunga superiore alla domanda, con conseguente abbassamento del prezzo nel tentativo di di vendere l'eccesso.
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