coltivazione uva
Per ottenere del buon vino è importante che tutte le fasi della coltivazione dell’uva vengano eseguite correttamente. A seconda della tipologia di vitigno possono esservi delle differenze nell’esecuzione di tutto il procedimento che va dalla preparazione del terreno alla raccolta dei frutti , ma in definitiva le varie tappe che portano alla nascita di uve sane e gustose può essere sintetizzata in quattro fasi fondamentali. Le tappe in questione sono l’aratura, la piantumazione, il diserbo e la raccolta.
Come in tutte le cose, un buon raccolto nasce necessariamente da delle buone fondamenta e per questo il momento dell’aratura viene descritto da tutti gli esperti come uno dei momenti salienti della coltivazione dell’uva. Prima di questa importante operazione, è importante preparare il terreno attraverso il livellamento del suolo e la creazione di scoli per il deflusso dell’acqua, dopo di chè si può effettuare quella che è anche chiamata l’operazione di Scasso. L’aratura consiste nella fase di preparazione del terreno all’accoglimento delle specie vegetali. Quest’attività viene generalmente eseguita con l’utilizzo dell’aratro, ma sono ancora tanti i coltivatori che utilizzano muli o cavalli in quanto lo spazio tra le filari è, in alcuni casi, molto stretto. L’aratura crea l’ambiente ideale per far si che le radici della pianta possano crescere in un ambiente pulito e adeguatamente lavorato prima dell’innesto. Il terreno infatti viene smosso affinché se ne possa conservare la morbidezza e la permeabilità per la crescita e l’estensione delle radici. Inoltre l’aratura è necessaria in quanto viene scongiurato il pericolo di crescita delle erbacce che potrebbero recare dei danni, anche molto gravi, alle viti. L’aratura del vigneto avviene, di norma, tre volte all’anno: quella più profonda viene fatta in inverno, la seguente tra la germinazione e la fioritura, ovvero in primavera e infine se le condizioni climatiche lo permettono vi è anche una terza in estate, ad una profondità minore. Inoltre in inverno viene somministrato al vigneto un fertilizzante naturale la “favetta” che grazie al processo di aratura può cospargersi nel terreno e arricchirlo di sostanze utili al terreno e di conseguenza alla vite stessa.
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Una volta che una delle fasi più importanti della coltivazione di uva viene eseguita è necessario che il terreno sia lasciato a riposo per un certo periodo di tempo per far sì che possa “riattivare” tutte le sue componenti. Uva volta passato il tempo dovuto e il terreno si è ben assestato si può passare alla seconda fondamentale fase, ovvero quella della piantumazione. La prima operazione da fare è quella dell’installazione dei pali che rappresentano la struttura portante dell’intero filare. Tra un palo e l’altro, la cui distanza varia in base alla scelta del coltivatore, vengono applicati dei filo che rappresenteranno il supporto grazie al quale la vite può “sorreggersi” durante la delicata fase di crescita. Dopo aver costruito la struttura portante per la vite, vengono piantate le cosiddette barbatelle con degli strumenti speciali.
Per mantenere la vite sempre in salute bisogna necessariamente occuparsi del diserbo, anche detta diserbatura. Questa fase consiste nel preservare le piante coltivate dall’attacco di virus o batteri provenienti da erbacce e piante dannose. Le erbacce possono essere davvero pericolose per la salute delle piante coltivate in quante esse privano le viti dell’acqua, della luce e delle sostanze nutritive di cui hanno bisogno per crescere sane e vigorose. Altre piante poi, crescono intorno alla propria coltivazione correndo il rischio di asfissiarla. È molto importante, dunque, prestare attenzione a questi fattori e evitarli attraverso un diserbo meccanico o chimico. Il diserbo meccanico è la tecnica più classica e più comunemente usata. Essa consiste “semplicemente” nell’estirpare a mano o con l’impiego di un particolare strumento chiamato sarchiatore le pianticelle dannose. Il diserbo chimico, invece, avviene attraverso l’utilizzo di diserbanti di natura chimica che, per la loro natura aggressiva, sono rifiutati da molti coltivatori, in particolare da quelli che si occupano di agricoltura biologica. Negli ultimi anni il settore dei diserbanti chimici si sta evolvendo verso dei prodotti che vanno incontro alle esigenze dei più ambientalisti, con la creazione di prodotti meno pericolosi per l’ambiente.
La fase finale della coltivazione dell’uva consiste nella raccolta. Un’operazione apparentemente molto semplice, ma che in realtà deve essere svolta con grande cura e delicatezza. Essa può avvenire prevalentemente in due modi, ovvero la raccolta manuale e quella meccanica. La raccolta manuale è quella più rigorosa. Durante questo processo vengono selezionate le uve migliori che quali verranno raccolte per la produzione di vini prestigiosi e di grande livello qualitativo. I più grandi vini del mondo, infatti, come anche lo Champagne e gli spumanti prodotti tramite “metodo classico” richiedono necessariamente questo tipo di raccolta. Ciò contribuisce, ovviamente alla crescita del costo finale del prodotto, ma la qualità è senza dubbio migliore. La raccolta meccanica, invece, avviene per mezzo di macchine specializzate in questo processo chiamate “vendemmiatrici”. Quest’altra modalità di raccolta rende molto più veloce il processo per un costo, ovviamente, inferiore rispetto a quella manuale. Le meccaniche possono lavorare secondo uno scuotimento verticale o laterale. Le uve cadono direttamente su delle sorti di reti per poi essere lavate e proseguire il comune processo di produzione del vino.
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