Bottiglie spumante
Aprire una bottiglia di spumante o di champagne, può voler dire tante cose. Con un gesto di questo tipo si può inaugurare una festa, si può dare il la ad un evento, oppure chiuderlo ufficialmente, ma si può anche, se si è intenditori, accomodarsi ed assaporare con calma ogni singola nota del contenuto della bottiglia. Si può ammirare il perlage, l’intensità delle bollicine, prendere atto della freschezza e della qualità del prodotto, che non sempre sono assicurate ma quando ci sono rappresentano una vera e propria delizia. Lo spumante e lo champagne sono senza dubbio due prodotti enologici di grandissimo valore, c’è chi si avvicina a questo campo, imparando a condividerne vizi e virtù, pregi e difetti, segreti ed ovvietà, proprio grazie alle bollicine. E poi c’è chi ha fatto di questo campo il suo lavoro, ed è pronto a studiare il passato e il presente, provando ad indovinare il futuro, partendo dai libri e dall’esperienza diretta. L’enologia non è un passatempo, ma è un modo di vivere e di concepire la natura, è la voglia di chiedere il meglio alla natura e al lavoro dell’uomo, e di godere al massimo di ciò che può offrire una buona tavola. Chi è appassionato di enologia ed ha acquisito un minimo di competenza, sa bene quali sono gli abbinamenti giusti per un piatto di carne o di pesce, o per i formaggi, e così via…
Tuttavia, ci sono moltissimi aspetti che possono sembrare di secondaria importanza, ma che non mancano, da sempre, di stuzzicare l’attenzione e la curiosità generale. E’ ovvio che per approfondirli degnamente, occorre il carattere giusto, occorre essere curiosi e smaniosi di capire ciò che a molti non interessa, ma è anche questo che vuol dire amare il vino. Per esempio, vi siete mai chiesti il perché dei tappi di sughero sulle bottiglie di spumante e champagne? Vi siete mai domandati come si fa a contenerli nel collo della bottiglia, dal momento che sono molto più grandi di questo, quando vengono espulsi. Ebbene, il sughero è il materiale perfetto per la conservazione dello champagne, perché ne rispetta le caratteristiche organolettiche e, anche quando entra in contatto con il liquido, non ne altera le proprietà, anzi…Il sughero va benissimo per gli alcolici, ma per consentire al fungo chiaro di adattarsi alla bottiglia c’è bisogno di attrezzature apposite che lo comprimono prima radialmente, poi assialmente, in modo da non creare problemi. La scelta del sughero non basta ad assicurare la giusta protezione, bisogna sistemare il tappo sempre nel modo giusto.
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Un’altra “chicca” relativa al mondo dell’enologia, ha a che vedere con le bottiglie di spumante. A chi non è mai capitato di ammirare in televisione le immagini relative alla premiazione di una gara di Formula Uno? Sul podio, i piloti si irrorano a champagne delle migliori marche, brandendo bottiglie dalle dimensioni enormi (che spreco, viene da dire immediatamente). Di conseguenza, è interessante notare che esistono svariate dimensioni per le bottiglie di spumante o champagne. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le esigenze: si può consumare un aperitivo frugale in coppia bevendo una bottiglia piccola (mignonnette), contenente al massimo 20 cl. E’ quello che dalle nostre parti si suole chiamare “spumantino”, ma non è neppure la più piccola delle bottiglie acquistabili, perché ce n’è un’altra, conosciuta come “huitieme”, che è rarissima e contiene poco meno di 10 cl. Lungi dal rappresentare un semplice prodotto enologico, le bottiglie di spumante di diverse dimensioni sono anche un diffusissimo articolo da collezione. Negli anni 80 questa tendenza era particolarmente radicata, e capitava di recarsi a casa di collezionisti, che in appartamento, non in cantina, conservavano bottiglie di tutte le dimensioni, spesso della stessa marca.
Ma raggiungiamo il campo delle bottiglie più “normali”, ed impareremo che prima della bottiglia classica, quella da 75 cl, ce ne sono ben due, note come media e mezza (rispettivamente 60 e 37,5 cl). Due bottiglie messe insieme ci danno il formato più acquistato e diffuso in assoluto, noto ai più come “magnum”. Lo spumante magnum è senza dubbio un classico dell’enologia. A loro volta, due bottiglie magnum, per l’equivalente di 3 litri, danno luogo ad una jeroboam, nel caso di bottiglie da 4,5 litri si parla di rehoboam, e da 15 litri di spumante (per l’equivalente di 10 magnum) si ha a che fare con le famigerate “nabucodonosor” . Da qui in avanti, i formati diventano sempre più grandi e “complicati da maneggiare”. Ci sono bottiglie di spumante da diciotto litri, chiamate salomon, mentre la souverain contiene qualcosa come 26,25 litri e la primat ne contiene 27 tondi tondi. Il gradino più alto del podio spetta alla “melchizedec”, la bottiglia di spumante più grande in assoluto, capace di contenere 30 litri al pari di una damigiana. Per questioni di praticità e sicurezza, va sottolineato che tra tutte soltanto la bottiglia, la mezza bottiglia e la magnum vengono utilizzate per la seconda fermentazione, mentre tutte le altre vengono riempite con vino già fermentato e sono, comprensibilmente, rare e difficili da trovare.
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