Spumante naturale

Spumante: per festeggiare non c'è di meglio...

Ci sono sicuramente vari e vari modi di festeggiare: c’è chi preferisce farlo assaporando dei calici di vino rosso o bianco, chi si tuffa sulla classe e sull’eleganza di un vino rosato, e chi non rinuncia alla più classica delle bottiglie per la festa: quella animata dalle bollicine. Non c’è di meglio, quando si festeggia, che stappare una bottiglia di spumante, benaugurante, simbolo di gioia e di fortuna, ma anche di convivialità. Se poi, a tutti questi significati simbolici si riesce ad unire la possibilità di sorbire un prodotto di elevata qualità, allora la festa assume un valore praticamente unico ed eccezionale. Se è vero, infatti, che una buona flute di spumante è il modo migliore per salutare l’anno nuovo, per festeggiare un compleanno, o una qualunque ricorrenza speciale, è altrettanto vero che non tutte le bottiglie di spumante sono uguali, e che non sempre si riesce ad avere la qualità che si vuole.
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Scegliere dall'etichetta

spumante naturale Per scegliere un buono spumante si può fare affidamento sull’etichetta: alcune zone d’Italia sono considerate come rappresentanti dell’eccellenza mondiale per la produzione di vino spumante, e sono seconde – o comunque dirette concorrenti – soltanto all’area dello Champagne francese. Località come la Franciacorta e le terre del Prosecco sono culle di etichette tutte da scoprire, e garanzia di qualità. Se, pertanto, dovete scegliere una bottiglia di spumante ed intendete fare una figura come si deve, puntate dritti su un Franciacorta DOCG oppure su una bottiglia di Prosecco di Conegliano; tenetela in frigo, servitela ad una temperatura compresa tra i 6 e gli 8 gradi centigradi, e i vostri ospiti vi saranno grati per un bel pò. Il requisito essenziale per imparare a ricevere, sotto il profilo del vino, gli ospiti nel miglior modo possibile, è è comprendere che esistono vari tipi di spumanti, non tutti sono uguali, e solo imparando a scegliere quelli migliori farete figure degne di nota.

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Metodo classico o Charmat?

Come possiamo distinguere gli spumanti tra di loro? Oltre che, naturalmente, per la qualità e per la varietà delle etichette, questi prodotti si distinguono per il metodo di lavorazione che li dà alla luce. Si parla di spumante metodo classico quando ci si serve del processo di lavorazione più antico, ideato in Francia nel XVI secolo e conosciuto anche come Champenois, in quanto originario della terra dello champagne. Si parla invece di spumante metodo Martinotti-Charmat, quando ci si trova di fronte a bottiglie ottenute mediante il processo di lavorazione messo a punto da un ingegnere piemontese nel XIX secolo e brevettato più tardi dal francese Eugene Charmat. In generale, volendo dare una definizione di vini spumanti, possiamo considerarli come quei vini che, all’apertura della bottiglia, sono caratterizzati da una spuma più o meno persistente, causata dalla presenza di anidride carbonica a sua volta formatasi per reazioni interne e non per immissioni esterne. Da qui è possibile procedere ad una ulteriore distinzione in ambito di spumanti: ci sono infatti, tra gli altri, spumanti naturali e spumanti gassificati (o artificiali).


Spumanti naturali

Spumanti naturali Lo si evince già dal nome e dalla primissima distinzione possibile: è meglio fidarsi esclusivamente degli spumanti naturali, soprattutto se si desidera acquistare un prodotto di qualità e fare una figura di un certo tipo. Si parla di spumanti naturali quando l’anidride carbonica che produce la spuma e il perlage, si è formata al termine del processo di rifermentazione, tipico delle bottiglie di spumante. Tale rifermentazione può avvenire indifferentemente per mezzo del metodo Martinotti o per mezzo del metodo classico, l’importante è che non preveda l’utilizzo di anidride carbonica esterna. In tal caso, infatti, non sarebbe più possibile parlare di spumante naturale, bensì gassificato. La gassificazione dello spumante avviene al termine di lavorazioni poco felici, contraddistinte da un basso grado di alcolicità e da un perlage che ha deluso le aspettative. Per cercare di ovviare a questo inconveniente, si procede all’aggiunta di anidride carbonica a basse temperature, ma si tratta – è opportuno sottolinearlo – di un’operazione resa necessaria soprattutto dall’utilizzo di uve di scarsa qualità, che non possono che dar luogo a spumanti peggiori. Se vi interessa un prodotto di elevata qualità, quando acquistate una bottiglia di spumante, assicuratevi che il contenuto sia naturale al 100%.


Spumante naturale: Quanto zucchero?

Il metodo Charmat e il metodo Champenois, la qualità delle uve utilizzate, l’eventuale aggiunta di anidride carbonica esterna, rappresentano soltanto alcuni tra i fattori che consentono una distinzione tra vari tipi di spumante. Una ulteriore differenziazione tra le bottiglie, è infatti quella che tiene conto del differente grado zuccherino, e viene portata a termine nientemeno che dalla CEE. In base al livello di dolcezza (grammi di zucchero/litro), distinguiamo spumanti Dosage Zero (<3), Brut (7-12), Dry o Sec (17-32), Doux o dolce (>50), ma anche categorie intermedie come l’Extra Brut, il Demi-Sec e l’Extra Dry.



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