Capsule spumante
Ci sono ambiti che riescono da soli a scuotere l’animo e suscitare emozioni, sono capaci di arrivare a rappresentare delle vere e proprie passioni e divertire chi le coltiva. L’enologia è senza ombra di dubbio una di queste, perché sono tantissimi coloro che si appassionano ai vini e agli spumanti e cercano di migliorare continuamente le loro conoscenze e la loro consapevolezza. A onor del vero, stiamo parlando di uno dei settori più ampi e imperscrutabili: per quanto ci si possa considerare esperti, è molto difficile poter affermare di sapere tutto sul vino, anche perché le nozioni e le eccezioni sono talmente numerose, che perdere di vista qualcosa è molto facile. C’è chi ama l’enologia in quanto tale, perché è incuriosito dalla possibilità di produrre vino e lo affascina il settore in generale, e c’è chi è appassionato a tal punto da divenire collezionista. Non mancano, infatti, coloro che uniscono enologia e collezionismo, arrivando a mettere da parte bottiglie, etichette, tappi ed altri oggetti relativi a questo interessante settore gastronomico.
Non soltanto le bottiglie, ma tanti altri oggetti rappresentano un must per gli amanti dell’enologia e del collezionismo: tra queste un posto particolare è ricoperto dalle capsule lamellari situate tra la parte superiore del sughero e la gabbietta metallica. Sono numerosi coloro che le collezionano, anche perché stiamo parlando di un oggetto affascinante, che riproduce quasi sempre la denominazione corretta della bottiglia oppure il marchio dell’azienda produttrice. Vi sarà sicuramente capitato, qualche volta, di imbattervi in un collezionista che vi implori chiedendovi di non buttar via la capsula dopo aver stappato la bottiglia. E’ una vera e propria mania, ed altrettanto numerosi sono coloro che vanno fieri di queste collezioni, che per diventare nutrite richiedono molto tempo. E’ un po’ come accade per le classiche figurine dei calciatori: “Ce l’ho, manca, ce l’ho”, in un crescendo di attesa e di emozione che a qualcuno può sembrare perfino infantile.
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Ma facciamo un passo indietro, e andiamo alla scoperta della capsula, partendo naturalmente dalla nascita di questo interessante oggetto. Il brevetto della “gabbietta metallica performata” fu depositato il 15 novembre del 1844 da tale Adolphe Jacqueson, un famoso produttore di Champagne francese. In poche settimane, questo nuovo sistema sostituì completamente quelli precedenti, fatti prevalentemente di iuta e ferro. La capsula viene considerata come una modalità di sigillo della bottiglia più sicura, più innovativa, ma anche più gradevole dal punto di vista estetico: su di esse è possibile imprimere il marchio della casa produttrice, un logo, un disegno, o semplicemente il nome esatto del prodotto imbottigliato. Si tratta di una novità che fin da subito riscuote notevole successo in ambito vinicolo, ma che parte, come tante altre cose, dalla più nobile terra delle bollicine, ovvero la patria dello champagne.
Oggi il collezionismo di capsule spumante è una vera e propria realtà consolidata, una moda, una mania. A partire dalla Francia e dai paesi iberici, l’abitudine di collezionarle si è diffusa rapidamente in tutta Europa e da qualche anno sta prendendo piede anche in Italia. Come ogni collezione che si rispetti, anche quella delle capsule ha i propri introvabili e i propri “pezzi da novanta”. Quelle più difficile da annoverare sono ovviamente risalenti ai secoli scorsi: le prime capsule consistevano in semplici lamierini zincati, anonimi e privi di disegni, utili solamente a rappresentare una chiusura più affidabile. Con il trascorrere del tempo, poi, le cose sono cambiate, e gli enologi hanno arricchito le proprie capacità grafiche scegliendo di stampare su questi coperchietti un logo, un disegno, un marchio, la denominazione precisa della bottiglia di vino, o semplicemente di colorarle in base al prodotto confezionato. Oggi possiamo affermare senza tema di essere smentiti che ogni azienda viti-vinicola abbia le proprie capsule e i propri tratti distintivi, le proprie colorazioni, i propri disegni, e da semplici oggetti logisti, le capsule da spumante si sono trasformate in vere e proprie opere d’arte in miniatura: ce ne sono alcune talmente belle che è impossibile anche solo pensare di buttarle via.
Qual è il periodo migliore per accendere la miccia di questa passione? In teoria, si tratta di qualcosa che inizia abbastanza casualmente: basta ammirare una capsula particolarmente bella per innamorarsene e scegliere di avviare una collezione, ma è naturale che il periodo migliore è quello in cui capita più spesso di stappare bottiglie, ovvero quello delle feste natalizie. Più bottiglie vuol dire più capsule, per cui tra un pranzo e una cena di famiglia, un brindisi cordiale e un aperitivo con gli amici, capita sicuramente di mettere da parte un certo numero di oggetti da collezione. Che siano semplici lamelle o oggettini colorati, oppure vere e proprie opere d’arte, le capsule sanno lasciarvi a bocca aperta.
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Le capsule dello spumate sono quelle specie di medagliette circolari che si trovano sulla testa dei tappi a fungo, incas
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