Gli spumanti naturali
C’è chi si è avvicinato al mondo dell’enologia assaporando un vino speciale, chi è rimasto ammaliato dal profumo del mosto, chi ha avuto la fortuna di prendere parte alla vendemmia e si è innamorato del più intenso periodo dell’anno in ambito enologico. Chi ha letto libri, riviste, siti internet, o partecipato a corsi di formazione per imparare tutto ciò che c’è da sapere sul vino. E poi c’è chi si è innamorato di questo mondo dopo aver provato le bollicine, quello dello spumante, quelle relative ad un ambito estremamente affascinante del mondo vinicolo. Quando si parla di spumante, infatti, si allude ad una specialità che riesce a smuovere i sentimenti e generare la voglia di saperne sempre di più. Così come quanto si parla di vini è necessario distinguere le varie tipologie, quando si arriva nel campo dello spumante bisogna fare la stessa, perché sebbene in tanti siano convinti che le bollicine e l’effervescenza bastino a fare una buona bottiglia, non è affatto così, e c’è da distinguere varie tipologie di spumante.
Si distinguono spumanti in base al metodo di lavorazione, che può essere classico oppure Martinotti-Charmat. Nel primo caso si fa riferimento al sistema più antico e classico, mentre il secondo caso prevede la rifermentazione non in bottiglia, bensì nelle autoclavi. C’è poi da distinguere gli spumanti in base alla dolcezza e al grado zuccherino, in base alla qualità delle uve utilizzate, alle annate a cui si fa riferimento. Parliamo di spumante millesimato quando ci si serve delle uve di una singola annata, particolarmente fortunata; si parla di blanc des noirs quando lo spumante chiaro viene ottenuto da uve nere vinificate in bianco, di cremant quando si ha di fronte la specialità più delicata in assoluto, e così via. Insomma, in ambito profano soprattutto, non c'è errore più comune che considerare che ci sia un solo tipo di spumante, e che le bollicine bastino a fare un buon prodotto. Non è affatto così, lo ribadiamo con insistenza, non cadete nell'inganno che tutti gli spumanti siano uguali, perché vi farete del male. In queste righe, il nostro compito sarà quello di spiegare le differenze e le varianti disponibili, ed insegnarvi a distinguere le varie tipologie.
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Una delle distinzioni più importanti e necessarie da compiere è quella relativa alla naturalezza dello spumante. Non tutti gli spumanti sono uguali, per tanti motivi, ma soprattutto perché ce ne sono di naturali e gassificati. Nel primo caso, si ha a che fare con un prodotto autentico e privo dell’aggiunta di sostanze esterne. La presenza di anidride carbonica è ciò che rende tale lo spumante, lo fa vivace e gradevole: nello spumante naturale l’anidride carbonica vede la luce mediante la rifermentazione del vino base. Al vino bianco si aggiungono dei lieviti, che in fase di seconda rifermentazione si trasformano in anidride carbonica. La seconda fermentazione può avvenire in bottiglia, nel caso del metodo classico o champenois, e in grossi contenitori nel caso del Metodo Martinotti-Charmat.
Gli spumanti gassificati invece prevedono l’aggiunta al vino di anidride carbonica, come se fossero dei veri vini gassati. C’è da dire che, fortunatamente, questi prodotti sono sempre più rari in ambito commerciale, ma quando li si trova, ci si accorge subito che sono contraddistinti da un prezzo che può sembrare decisamente invitante rispetto agli spumanti naturali di qualità. Naturalmente, il confronto non ha neppure motivo di esistere. Per accorgersene, basta dare subito un’occhiata al perlage e alle bollicine, che non sono mai particolarmente invitanti. Quando ci si trova davanti una flute di spumante e la si deve valutare, prima ancora dell’esame gustativo, quello che fa la differenza è l’esame visivo, in cui ci si deve preoccupare principalmente delle bollicine. Più sono piccole, abbondanti, vive e numerose, migliore è la qualità dello spumante.
Gli spumanti naturali sono quelli migliori in ogni senso: sia per quanto riguarda la scelta delle uve, sia per le caratteristiche del perlage e della spuma. Questi si classificano a loro volta in due categorie differenti e interessanti, in base soprattutto alla tipologia delle uve di cui ci si serve per produrli. Si parla di spumante naturale con uve di sapore semplice quando si utilizzano vitigni quali il Pinot, il Riesling e lo Chardonnay, mentre lo spumante naturale ottenuto da uve aromatiche vede la luce da vitigni come il Moscato, la Malvasia, ed altre varietà considerate “semi-aromatiche” come il Muller Thurgau e il Traminer aromatico. Una ulteriore distinzione nel campo degli spumanti naturali è quella praticabile tra i vari metodi di produzione: il Metodo Classico e il Metodo Martinotti-Charmat. Speriamo di aver reso l'idea in maniera esauriente e completa, l'unica cosa che ci interessa è far capire che non sempre, quando si parla di spumanti, si parla di prodotti di qualità. Questa è una merce rara, in questo come in ogni ambito, ma nella viticoltura lo è a maggior raggione, statene pur certi.
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