Cagnulari
Il Cagnulari è un vitigno a bacca rossa coltivato in alcune zone della Sardegna, ma di origini spagnole, introdotto molto probabilmente all'epoca della dominazione iberica. Il vitigno è comunque presente da molti secoli, anche se oggi è molto ridimensionato rispetto al passato, relegato solo nella parte settentrionale e occidentale della provincia di Sassari. Necessita infatti di terreni particolari per fornire i risultati migliori, con i vitigni da coltivare preferibilmente su terreni in cui sia ben presente il calcare e l'argilla, con buone esposizioni e struttura sciolta. In queste condizioni il sistema di allevamento scelto è l'antico alberello sardo o le controspalliere basse. Quasi del tutto assente nelle altre province, nel Sassarese il Cagnulari occupa una superficie del 13 per cento rispetto al totale vitato della zona. Infatti non ha nessun riferimento storico da parte dei vari botanici che si sono susseguiti nel corso dei decenni, quasi tutti impegnati nelle descrizioni dei vitigni del Cagliaritano.
Come vitigno ha delle similitudini con il Bovale, e questo ne avvalla l'origine spagnola, anche se ormai può essere considerato autoctono dell'isola grazie ad un adattamento perfetto. In Gallura è conosciuto con i sinonimi di
Caldarello o
Caldarellu, mentre ad Alghero il nome con cui viene indicato è quello comunemente utilizzato di
Cagliunari. Il vitigno si presenta con grappoli di medie dimensioni a forma cilindrica, alati e con densità compatta. I chicchi sono di piccole dimensioni e con bucce molti fini, che lo espongono ai problemi derivanti dall'umidità. Le basse rese lo stanno emarginando rispetto a vitigni più produttivi. Durante tutto il Novecento l'andamento del vitigno è stato all'incirca questa, con diminuzioni costanti. Ha cominciato a rallentare la sua estirpazione solo a partire dagli anni 80, quando alcuni viticoltori hanno deciso di salvarlo, impegnandosi molto tanto da arrivare a far approvare una denominazione di protezione. Rimane comunque un vitigno di nicchia, dal profilo basso, che solo la voglia di mantenere le proprie tradizioni in una terra molto fiera come quella sarda ha salvato dall'estinzione.
Il rimane un vitigno pressoché sconosciuto, e sta perdendo via via sempre di importanza nel panorama regionale sardo. In passato risultava molto utile per i tagli con gli altri vitigni locali, ma oggi, a parte qualche ottima vinificazioni in purezza, si comincia a perderne le tracce. Solo alcuni produttori riescono a valorizzarlo a dovere, mostrando un immutato interesse verso questo vitigno. Tra questi sicuramente l'azienda Cherchi. Oggi il Cagnulari viene vinificato in purezza, e regala vini strutturati e anche complessi. In assemblaggio rende i vini robusti più eleganti. Quando ben coltivato nelle condizioni sopra esposte i chicchi sono ben concentrati in zucchero e polifenoli, ma ancora oggi il Cagnulari viene in genere preferito per il taglio con il Cannonau come nel Mejlogu o con il Pascale di Cagliari. Comunque dal 1995 il vitigno gode di una sua denominazione propria come menzione monovitigno della Denominazione di Origine Alghero DOC. In questi casi è un buon vino da abbinare con gli arrosti, con le carni rosse alla brace o con la selvaggina poco strutturata. Può essere servito anche con formaggi di media stagionatura, con affettati come il prosciutto e lo speck. Buono anche con minestre calde invernali, come la pasta e fagioli o i minestroni.
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Il già menzionato Giovanni Cherchi è forse il produttore più interessante per la vinificazione del Cagnulari. Due i prodotti che si distinguono. Il Luzzana è un IGT tagliato con il 40 per cento di Cannonau, di 14% vol e un bel colore denso, rubino. La gamma olfattiva si ammanta di prugna matura, more, con speziature di noce moscata e tocchi floreali alla ginestra. Nonostante il grado alcolico ha un palato molto fresco, con tannini levigati. Affinato in parte nel legno, è ottimo con il classico maialino sardo.
Cherchi vinifica anche il Gagnulari IGT in purezza, di un bel rubino brillante, con profumi di vegetali e tocchi balsamici rinfrescanti. Ottimo naso di spezie e frutta cotta. Anche questo vino viene parzialmente affinato in legno, per essere poi servito con l'agnello all'aglio.
Anche i Feudi della Medusa produce un buon Cagnulari Antiche Vigne IGT, un po caro a dire la verità, prezzo giustificato dall'età della vigna, 60 anni. La gamma olfattiva spazia dal miele amaro alla viola, dalle spezie al geranio appassito. Non indimenticabile al palato, anche se ben strutturato. Si abbina bene con l'agnello in umido.
Di discreta fattura anche il Cagnulari Alghero di Santa Maria Palma, con un buon profumo di classici frutti rossi, spezie e pepature. Il palato si distingue per un equilibrio sapido-minerale molto appetitoso. Sempre in abbinamento con l'agnello.
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