Montepulciano

Il vitigno

Il Montepulciano è un vitigno a bacca rossa autoctono dell'Italia centrale, diffuso soprattutto in Abruzzo e nelle Marche, ma anche in Molise, Lazio e Puglia, mentre non vi è nessuna connessione con il comune di Montepulciano in Toscana dove viene vinificato il grande Vino Nobile. Il vitigno Montepulciano però regala ugualmente vini di ottima fattura e grande pregio, capaci di imporsi a livello internazionale. In passato è stato invece sovente accomunato al Sangiovese, forse proprio per queste sue doti e per il nome, tanto che ancora agli inizi del novecento alcuni botanici, tra cui botanico Molon, lo menzionavano come un Sangiovese. La sua terra d'origine, anche se non vi sono certezze in merito, sembrano collegarlo all'Abruzzo, e solo nel novecento si trovano notizie su una sua introduzione nelle regioni limitrofe.

Ed è proprio in Abruzzo che trova le sue espressioni migliori, anche con altri sinonimi come il Morellone, il Cordisco o il Primaticcio ed altri. Generalmente il vitigno si presenta con grappoli di media grandezza a forma cilindrica, alati e abbastanza compatti. Le bacche sono di dimensioni medie a forma ovale. Sono abbondantemente concentrate in pruina, con bucce coriacee e spesse nere, tendenti al viola. Il suo habitat ideale è caldo e secco, ben esposto e con suoli ben lavorati in profondità. Viene allevato con sistemi mediamente espansi grazie a potature medie. Ha una buona resistenza alle brinate, ma soffre l'oidio, mentre botrite e peronospora non rappresentano particolari pericoli per il vitigno che può invece patire l'acinellatura verde. Il Montepulciano ha risultati diversi a seconda del terroir dove viene coltivato, ma comunque sempre di buona fattura e spesso straordinaria eleganza.

I vini sono sempre di un bel rubino scuro e fitto, con gamme olfattive ben fruttate alla ciliegia, sfumate da speziature dolci di canne e noce moscata con chiusure tostate alla mandorla. Al palato risulta sempre morbido grazie a dei tannini generosi ma non austeri. Bella struttura, solida grazie ad un corpo pieno e aromatico, ancora richiamando i frutti rossi della marasca e delle prugne, spesso sfumate dalle fragoline e le more.

Montepulciano

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Il Montepulciano in Abruzzo

In Abruzzo il Montepulciano fornisce vini ben strutturati e di altissimo livello, con tannini levigati che ammorbidiscono ed equilibrano il tenore alcolico e la complessa gamma gusto-olfattiva.

È la varietà rossa più coltivata della regione, con quasi il 50 per cento delle estensioni vitate, ed è ben presente in tutte le denominazioni di origine.

Occupa diversi terroir che spaziano dalla zona interna di montagna fino a quella costiera piuttosto collinare. Nell'interno le montagne sono costituite prevalentemente da calcare, ma scendendo in collina questo si mescola all'argilla e alla sabbia, con temperature clementi rinfrescate dai leggeri venti marini. Nel Montepulciano d’Abruzzo DOC il vitigno viene indicato nel disciplinare con almeno l’85 per cento ma spesso viene vinificato in purezza, specialmente nelle Colline Teramane dove il vitigno riesce a fornire la prima essenza della sua vinificazione, con affinamenti minimi di cinque mesi che possono arrivare ai tre anni per ottenere la menzione Riserva prima di essere commerciati. Un'altra grande espressione del Montepulciano d'Abruzzo si trova nel Controguerra, un Montepulciano assemblato con un massimo del 40 per cento di Merlot e Cabernet per un anno d'affinamento per la riserva o anche Novello, dove risulta leggero con i profumi dei frutti dovuti alla macerazione carbonica. Ne esiste anche la versione Passito da dessert.

Tra i migliori Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Adrano, quello di Villa Medoro, di un bel porpora. Grande presenza di visciola, amarena, tamarindo seguita dalla violetta e dalla carruba, poi speziata di cannella e noce moscata poggiati sulla cioccolata. Perfetto anche il palato, balsamico e morbido, per il controfiletto.

Opulento il vino porpora Montepulciano d'Abruzzo San Calisto, floreale di rose fresche, e fruttato di confetture di prugne, amarena, con chiusura al tamarindo e liquirizia. Tannini levigati e palato potente, molto strutturato con una chiusura alla ciliegia nera lunghissima. Ottimo per il fagiano ai porcini.

Altro grande produttore, Valentini, con un Montepulciano d'Abruzzo DOC tendente al granato di grande fattura. Anche qui la gamma olfattiva è complessa, con l'apertura al caffè di torrefazione e al cacao amaro. Seguono le prugne e le viole affogate nelle spezie. Il palato è aristocratico, ricchissimo e potente, con balsamici tocchi pungenti dei tannini. Da invecchiamento per il cinghiale all'aceto balsamico.

Masciarelli produce il perfetto Montepulciano d'Abruzzo Villa Gemma di un porpora scuro e fitto, e una gamma olfattiva che comprende anche il bouquet. Si apre con la prugna secca e i frutti neri, poi alla viola macerata, alla mora e al cacao. Chiude benissimo con il cuoio, la peonia, la vaniglia e tocchi mentolati. I tannini sono levigati e sfruttano i gusti fruttati per equilibrare l'acidità che lo porta a lunghi invecchiamenti. Ancora con il cinghiale aromatizzato all'aceto balsamico o marina.

Grandissimo Controguerra Rosso Lumen Riserva da Illuminati, in assemblaggio con il Cabernet Sauvignon, per un vino perfetto alle more, ai frutti di bosco, al distillato di rose e ancora all'arancia al cioccolato, al tabacco e speziatura di liquirizia sfumate da un retrolfatto balsamico. Vellutato, morbido, lunghissimo, per il fagiano.


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Il Montepulciano in Molise

Vigneti di Montepulciano in Abruzzo Il Montepulciano è altrettanto importante nella vinificazione in Molise e coinvolge entrambe le provincia. Viene utilizzato sia per il Rosso del Molise DOC che per il Biferno Rosso e Rosato. Quest'ultimo è molto rinomato, anche nella sua tipologia Riserva con tre anni di invecchiamento.

Nella regione Di Majo Norante vinifica ottimi prodotti di spessore con un assemblaggio del 90 per cento di Montepulciano e del 10 per cento di Aglianico per il Molise Rosso Don Luigi Riserva. Un bel rubino pastello veste il vino che profuma di mirtilli, more e confettura di prugne. Tocchi di vaniglia e pepe nero chiudono il naso e al degustatore si apre un palato ricco e morbido, di grande spessore e densità con cioccolata a chiudere. Da servire con il maiale alla fontina e tartufo.

Montepulciano puro invece per D'Uva e il suo Molise Rosso Ricupo di colore nero fitto, che preannuncia l'olfatto fruttato altrettanto nero e dotato di profondi aromi di erbe amare. Il palato è sempre morbido, con un bel tannino che bilancia la sapidità su cui si siedono belle presenze di marasca e liquirizia. Perfetto per il vitello alle erbe.


Il Montepulciano nelle Marche

Anche nelle Marche il Montepulciano è una importante uva che viene utilizzata per il Rosso Conero, la denominazione di origine localizzata sulle colline del Monte Conero fino alla costa.

È parte anche del Rosso Piceno DOC che coinvolge tutta la parte meridionale della regione in ben tre province, Macerata, Ancona e Ascoli Piceno, dove il Montepulciano viene tagliato con il Sangiovese. Il territorio viene ristretto nella menzione Superiore.

Un grande Montepulciano al 80 per cento, assemblato con del Cabernet Sauvignon, viene prodotto da Aurora in IGT. Il Barricadiero ha un bel colore che sfuma sulla porpora e un fantastico aroma di ciliegia nera, sambuco e prugna che vengono seguite da aromi aromatici e speziati, dal tabacco dal cacao. Il naso si evolve infine in aromi terrosi di humus e grafite. Il palato è setoso, fresco e strutturato, da servire con il manzo. Ottimo anche il prezzo.

Montepulciano pure per un ottimo Rosso Piceno Grizio di Cimarelli, rubino fitto e profumi vegetali di humus che vengono poggiati sulle note floreali della viola e della rosa. Bella chiusura vanigliata con marasca e frutti di bosco. Palato alcolico e fruttato con lievi speziature, per il pollame nobile. Montepulciano superbo e in purezza nel Rosso Conero Adeodato di Monte Schiavo pieno di spezie e marasca, prugne, more e mirtilli che vanno a chiudere con un bouquet di china e rabarbaro. Gran palato fruttato e denso, con tocchi boisé e di liquirizia su tannini strutturati. Perfetto per il cinghiale al ginepro.


Il Montepulciano in Puglia

Il Montepulciano in Puglia viene coltivato a San Severo in provincia di Foggia per vinificare vini secchi e vini rosati in associazione con il Sangiovese, mentre a Lucera fa parte dell'assemblaggio del Cacc’e mmitte.

Montepulciano di gran rilievo nel Radicosa IGT di Tenuta Coppadoro, un vino in purezza che esprime belle note balsamiche e di erbe aromatiche prima di aprire alla visciola, al tabacco e al pepe. Palato molto equilibrato, sapido e tannico, da provare con la selvaggina.

Buona presenza al 70 per cento in assemblaggio con il Cabernet Sauvignon, anche nel Montero di D'Alfonso del Sordo. Un bel vino ad un prezzo veramente basso per quelle che sono le belle sensazioni di pepe, viola e tocchi balsamici. Il palato morbido si avvale di belle sapidità e un bel finale di mandorle. Con l'agnello.


Il Montepulciano nel Lazio

Il Lazio fa largo uso del Montepulciano sia per le vinificazioni secche che per fruttati novelli.

Nel Cerveteri DOC viene assemblato al 60 per cento al Sangiovese, mentre scende ad un massimo del 40 per cento nei Colli Sabini DOC verso l'interno, sulle montagne tra Roma e Rieti. In provincia di Viterbo fa parte del Colli Etruschi Viterbesi con il nome di Violone, con vinificazioni sia secche e fruttate che amabile, ma anche Rosato o Novello.

Anche il Castelli Romani DOC sfrutta il Montepulciano, sia in rosso che in rosato, e nel Tarquinia DOC viene ancora mescolato al Sangiovese. In provincia di Latina è parte dell'assemblaggio del Cori Rosso DOC.

Isabella Mottura vinifica un ottimo Montepulciano in purezza in IGT nel Amadis, un vino di un bel colore porpora pastello, con bella presenza al naso di muschio e humus chiuso da grafite e visciole. Bel tannino al palato dotato di un corpo abbastanza strutturato, perfetto per la tagliata all'aceto balsamico.

Ottimo anche l'assemblaggio con il Nero Buono di Cori al 50 per cento nel Dithyrambus di Marco Carpineti, dove il vino sfuma sul granato. Netta presenza di tamarindo e visciola, mentre il palato si presenta alcolico e ben tannico. Da provare con il filetto.




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