Cesanese
Il Cesanese è un vitigno a bacca rossa diffuso nel Lazio fin dall'antichità, quando veniva descritto dagli storici latini. Non si ha nessuna certezza sulla sua precisa origine, ma Plinio ad esempio lo collocava sulle colline di Ariccia, nei Castelli Romani, come una vita facente parte del gruppo delle
Alveole. Tra gli studiosi che lo hanno descritto vi è l'Acerbi e il Di Rovasenda ma fu Mengarini a riconoscerne per primo i due sottotipi, il
Cesanese Comune, e il
Cesanese D'Affile, più pregiato. Anche il Mancini ne riconosce due sottotipi distinti, mentre Marzotto e Prosperi lo indicano in passato come molto diffuso nei Castelli Romani. Oggi la sua diffusione è invece molto limitata e concentrata più a nord di Roma, nella zona di Olevano Romano e di Affile con il secondo sottotipo, mentre le prime descrizioni venivano tutte dai bollettini ampelografici della zona di Velletri. Anche un altro studioso, Dalmasso, lo indicava come la principale uva coltivata ai Castelli Romani.
Il Cesanese resta comunque uno dei più importanti e famosi vitigni laziali, e la sua coltivazione è legata strettamente al vino omonimo. La sua diffusione era molto estesa fino alla fine della seconda guerra mondiale. Poi altre uve presero il posto dell'ottimo Cesanese, che continua però a resistere per la sua elevata qualità.
Il Cesanese comune ha grappoli di medie dimensioni, a forma cilindrica a volte alati. La densità è media. I chicchi sono ovali e di media grandezza, con bei colori nero-violaceo, bucce consistenti e molto pruinosi. Le rese sono alte e regolari quando allevato con sistemi a media espansione e potato corto. Soffre le alte altitudini e le esposizioni povere. Soffre anche le malattie crittogamiche, in particolare la peronospora. Ha problemi di colatura ma non di adattabilità climatica.
Il Cesanese, specialmente nel sottotipo d'Affile, è un vitigno da vinificare in purezza, di ottima qualità, che apporta colore, alcol e aromi ai vini. Il colore è rubino denso, profondo. Gli aromi comprendono lievi ed eleganti sensazioni di bosco, mirtilli e more. Il sapore si ripete anche al palato, dotato di una bella trama tannica e un gusto vellutato. Il vino si presta ottimamente all'invecchiamento in legno ma anche alla tipologia dolce, frizzante o spumante. Gli abbinamenti sono quindi tra i più vari, con le carni rosse elaborate, oppure con i dessert ma anche con antipasti di prosciutto e salumi. Nella menzione Cesanese del Piglio, la qualità d'Affile viene vinificata sotto la propria denominazione di origine controllata. Qui il vitigno può essere tagliato al 10% con del Sangiovese, del Barbera o del Montepulciano, ma anche con uve bianche della zona quali il Bombino Bianco o il Trebbiano Toscano. La denominazione ricopre i comuni di Arcinazzo Romano, Affile, Roiate, Olevano Romano, Genazzano in provincia di Roma, e altri della provincia di Frosinone.
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Tra le migliori aziende produttrici che sfruttano appieno il Cesanese c'è Vigneti Massimo Bucci, con ben quattro vini di alta fattura.
Il più pregiato è il Cesanese del Piglio Vigne Nuove, con il vitigno in purezza che fornisce un colore rubino chiaro sfumato dal viola. Ottimi profumi di amarena e ciliegia sotto spirito contraddistinguono il naso, mentre al palato si segnalano morbidezza, alcol e tannini. Passa 16 mesi in legno ed acciaio prima di incontrare l'anatra all'arancia.
Massimo Bucci lo vinifica anche passito nel suo Cesanese Passito Lacrima Rossa, sempre con il Cesanese d'Affile in purezza con un rubino stavolta pieno. Visciola e amarena vengono ammantati da tocchi floreali, mentre il palato è un gustoso gioco dolce-acido, pieno di tannini astringenti. Da provare con la crostata di ricotta e visciole.
Il Nero Opificio IGT di Bucci invece è un equilibrato assemblaggio al 50% di Cesanese d'Affile e Cesanese Comune, di nuovo rubino chiaro. Al naso si evidenzia subito la frutta matura della mela cotogna e le prugne in confettura. Il palato è ancora tannico e alcolico. Un ottimo vino per il pollo ai peperoni.
Il Rosso Opificio ripete lo stesso assemblaggio, ma viene ottenuto con uve da vendemmia tardiva. Il coloro stavolta è granato scuro, con un naso ai frutti di rovo, minerale e di terra bagnata. Morbido e molto amabile, è in perfetto abbinamento con il classico abbacchio alla cacciatora.
Da Villa Simone invece un ottimo La Torraccia IGT con il Cesanese stavolta in assemblaggio al 50% con il Sangiovese per un vino dal colore porpora e il naso minerale pieno di ribes, more, grafite e ferro. Molto vivace al palato, con un tannino molto fresco. Ottimo con il tacchino.
Ottimo anche il Cesanese del Piglio Dives, sempre rubino ma sfumato di porpora. Il vitigno in purezza regala ancora le profumazioni della visciola e dell'amarena sotto spirito, con tocchi di vaniglia e cioccolata. Molto alcolico al palato, con un tannino pronunciato e un lungo finale ammandorlato. Un vino perfetto per i petti d'oca all'aceto balsamico.
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