Pinot Nero
Il Pinot Nero è un vitigno a bacca rossa molto antico, originario della Borgogna in Francia, e considerato nobile per la sua indiscussa qualità. Viene annoverata infatti tra le prime uve da vino al mondo, in grado di fornire aromi e sapori preziosi e lunghi affinamenti.
Il Pinot nero è anche il capostipite di tutte le mutazioni naturali che hanno dato luogo ai vari Pinot Bianco, Grigio e altri, in quanto è un vitigno molto mutevole.
La sua caratteristica è quella di trovarsi a suo agio nelle zone fredde, in particolare nell'umida Borgogna, ma anche nella Champagne, dove però deve essere spumantizzato, al pari delle altre uve che compongono il famoso vino spumante, per garantire risultati di livello internazionale.
È anche un vitigno piuttosto difficile da coltivare, con una produttività mai costante. Nonostante questo è tra i vitigni più coltivati, eccezion fatta per le zone calde naturalmente, e i viticoltori ben si adattano ai suoi capricci pur di allevarlo. La sua origine si deve probabilmente ad una selezione naturale tra viti selvatiche avvenuta più di duemila anni fa. Le prime testimonianze della sua presenza in Borgogna, incerte per la verità, risalgono al VI secolo dopo Cristo, mentre i primi documenti ad attestare ufficialmente il nome di Pinot provengono dalla Borgogna del XIV secolo, grazie ai vari monasteri non solo francesi ma anche tedeschi. Data la sua caratteristica mutante, il Galet avrebbe contato circa 46 cloni del vitigno, con differenti rese produttive, resistenze al marciume o ad esempio diversi livelli di maturità, anch'essa molto mutevole. Questa selezione clonale si deve quasi esclusivamente ai viticoltori borgognoni e della Champagne. Il Pinot è difficile da descrivere proprio a causa delle sue innumerevoli mutazioni. Tendenzialmente è di germogliazione precoce che causa sofferenze per le gelate primaverili e per la colatura. Se ne sconsiglia quindi la coltivazione di pianura, più sensibile all'umidità ristagnante rispetto alle ventilate colline. Le rese, prima dell'avvento dei cloni, erano sempre piuttosto basse, mentre oggi questa opzione può garantire risultati quantitativamente maggiori. A causa delle bucce sottili soffre il marciume, ma anche l'oidio e alcune virosi. I suoi terreni preferiti sono calcarei, con climi relativamente freddi ma non troppo, per non perdere aromi e acidità come succede spesso nella Champagne, dove il problema è comunque risolto dalla spumantizzazione.
Il Pinot nero è un'uva difficile da coltivare ma anche da vinificare, e questa operazione deve essere svolta con la massima cura. Il problema più rilevante riguarda l'estrazione degli aromi e del colore senza quantità eccessive di tannini, che a causa delle bucce sottili possono rivelarsi troppo generosi.
In Borgogna il Pinot fornisce generalmente vini densi, dotati di molto tannino, con colori carichi e dotati di notevole acidità bevibile sia giovane che utile in lunghi invecchiamenti.
I vini sono ben dotati di struttura, con corpi delicati ma pieni, molto fruttati e mai sovra-aromatizzati dal legno. Sono affascinanti in gioventù, con bei profumi alla fragola e al lampone, con tocchi di ciliegia e violetta e qualche sfumatura di garofano immersa in speziature. L'invecchiamento dei vini migliori è molto lento, ed aggiunge splendidi sentori animali e di sottobosco. I tannini vengono levigati, e l'acidità sostituita da una forte struttura.
Componente fondamentale dei migliori rossi di Borgogna e degli Champagne, in Italia il Pinot nero viene vinificato in innumerevoli denominazioni, in particolare nelle aree più fredde, come il Trentino e tutto il nord-est. È anche parte dei fantastici spumanti di Franciacorta, mentre in Piemonte viene oscurato delle grandi uve locali. Presente nell'Oltrepo Pavese, in Veneto e in qualche area dell'arco alpino emiliano, il Pinot non scende oltre queste latitudini, dove soffre troppo il caldo ed è quindi praticamente inesistente se non in qualche coltivazione di nicchia.
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Un ottimo Pinot Nero viene vinificato in Lombardia sotto la denominazione Oltrepo Pavese da Tenuta Mazzolino. Un vino puro dai bei profumi di carruba, liquirizia e tabacco su tocchi di smalto. Ottimo palato, potente e presente, di grande personalità e struttura per il magatello in crosta.
Gran Pinot Nero anche da Abbazia di Novacella in Alto Adige sotto la denominazione omonima. Si tratta del Pinot Nero Praepositus Riserva, un elegantissimo e morbido Pinot di splendida fattura, con profumi alla confettura di ciliegie, tocchi animali e cioccolato immersi nel tabacco. Tannini morbidi e piena struttura fruttata al palato, con piccole tostature nel lungo finale. Ottimo per l'agnello alla menta.
Il Pinot Nero è anche la componente essenziale, tagliato con il 20% di Chardonnay, dello splendido Trento Perlé Rosé di Ferrari, la nota casa spumantistica trentina. Un vino di un colore ramato, con un perlage finissimo. Olfatto molto fresco dalle fragranti note del pane tostato e delle fragoline, accompagnate da susine e chiodi di garofano che si chiudono sul muschio. Il palato è ricco e sapido, perfettamente in equilibrio. Un gran vino per il cappon magro.
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