Primitivo
Il Primitivo è un vitigno a bacca nera che viene coltivato in Puglia, proveniente dalla Croazia, già in epoca antica. Questa origine si rispecchia nel periodo della vendemmia di questa varietà, piuttosto precoce rispetto ai canoni delle uve meridionali italiane. Anche le altre fasi vegetative rispecchiano questa tendenza di precocità tanto che questo fattore dovrebbe essere anche all'origine del nome “primitivo”, nel senso di “primo” vitigno a subire l'invaiatura, a fiorire, a germogliare e a maturare. La vendemmia avviene addirittura a fine agosto. Il Primitivo è stato al centro di una controversia durata qualche decennio che si è risolta definitivamente con il classico (oggi) test del DNA che ha chiarito definitivamente la situazione. Si tratta della grandissima similitudine sfociata nell'eguaglianza on lo Zinfandel californiano che verrà chiarita nei successivi paragrafi. Per quel che riguarda l'antica origine del Primitivo, questa è stata chiarita grazie ad uno studio effettuato su una collezione di talee privata. La ricerca condotta da Sean Myles che fu pubblicata da Proceedings of the National Academy of Science, una importante rivista scientifica, confermò le intuizione che per moltissimo tempo accompagnarono le ipotesi sulla sua origine. Il Primitivo si è confermato un clone di un vitigno croato, il Plavac Mali, che venne introdotto in Puglia dagli Illiri. Dal punto di vista botanico possiamo distinguere il Primitivo a il due principali tipi zonali che forniscono diversi risultati nella vinificazione. Le due zone riguardano il Primitivo di Manduria e quello di Gioia del Colle, con differenze nei gusti pur essendo prodotti con lo stesso vitigno. Nel complesso questo ha le caratteristiche di un fogliame a forma pentagonale e dimensione media, dimensione caratteristica anche del grappolo che segnala forme coniche o cilindriche comunque allungate e dotate di doppie ali. Anche la densità dei grappoli è media, così come medie sono le dimensioni degli acini. Questi sono ben sferici e pruinosi, con con bucce abbastanza spesse e blu molto scuro.
L'ambiente geologico del Primitivo, ho almeno quello a lui più congeniale, è rappresentato da terreni argillosi misti a molto calcare, mediamente impastati. Per quel che riguarda i metodi d'allevamento il vitigno viene coltivato con l'alberello classico della regione, che prevede la presenza di un trancio con cinque speroni. Il vitigno è molto apprezzato dai viticoltori non solo per la sua qualità ma anche per l'elevata fertilità delle femminelle che raggiungono anche il 25% di produzione annua. Il vitigno soffre l'umidità primaverile in particolare le piogge che causano degli aborti, ma anche il marciume durante la maturazione. Ottimo il comportamento invece con oidio e peronospora. I sinonimi usati sono Uva della Pergola, Primaticcio, Morellone ed altri toponomi locali.
Per decenni si è assistito alla controversia / contesa tra il Primitivo e lo Zinfandel in quanto si ritenevano i due vitigni troppo simili per essere diversi tra loro, come infatti si è poi accertato logicamente. Ma il problema principale era sulla disputa su chi dei due fosse in realtà l'altro con un nome diverso. Come si è sempre sospettato lo Zinfandel era/è il Primitivo, e quest'ultimo ha alla fine avuto giustizia dalla prova del DNA, ma bisogna dire anche che i viticoltori pugliesi hanno in parte avuto le loro colpe nell'accendere questo contenzioso per alcuni comportamenti che nel passato hanno addirittura favorito lo Zinfandel come nome per motivi pubblicitari, in un momento che l'uva californiana avere raggiunto una elevata fama. In particolare il periodo storico in cui la disputa è stata più accesa fu nei venti anni a partire dal 1970. A partire dagli anni 60 infatti lo Zinfandel iniziò via via sempre più ad affermarsi fino a divenire un vitigno conosciuto in tutto il mondo, un vero miracolo californiano che ha regalato allo stato americano un vanto e un orgoglio. Gli americani hanno sostenuto quindo con forza l'origine autoctona del vitigno, ma questo era sempre stato sospettato di essere in realtà il Primitivo. Per lo stato della west coast lo Zinfandel è un frutto preziosissimo tanto da essere il vitigno più coltivato dello stato vinicolo per antonomasia degli Stati Uniti. Ritenuto autoctono ma solo dai californiani, lo Zinfandel è in realtà il Primitivo che sarebbe presumibilmente approdato in America nel 1820, sulla East Coast. L'approdo vide arrivare una collezione privata austriaca dove erano presenti numerosi vitigni, tra cui anche il Primitivo, di cui però vennero perse le talee durante i trasporti. In quell'epoca non vi erano certamente le premure odierne nei riguardi delle storie botaniche e cosi semplicemente si diede un nuovo nome a quell'uva di cui nessuno conosceva l'origine. L'uva divenne semplicemente autoctona con il nome di Zinfandel, nome la cui origine è sconosciuta. La forza del vitigno nelle vinificazioni ne fece subito una pianta amata dai lavoratori, che bevevano con passione il suo vino moto forte. Questi erano infatti i famosi cercatori d'oro cosi ben descritti da Jack London e non erano certo degli estimatori dal naso raffinato. La qualità era in secondo se non in terzo piano, tanto che il vitigno veniva impiegato per gli assemblaggi e successivamente anche per la produzione di vini piuttosto leggeri. Solo a partire dagli anni 60 ma più in particolare nei decenni successivi, gli americani iniziarono a produrne vini strutturati e complessi. Anche in California comunque si utilizzava e utilizza tuttora il sistema dall'allevamento ad alberello, segno inconfondibile della presenza del Primitivo. Molti viticoltori pugliesi però, anche se a partire dagli anni 70 vi era già stata una ipotesi forte sull'uguaglianza tra i due vitigni, preferirono sfruttare l'effetto commerciale già creato dal nome Zinfandel che sviluppare il prodotto Primitivo. E cosi per qualche anno addirittura vennero prodotti in Italia i vini Zinfaldel sperando di sfruttare il buon nome californiano invece che ribadire la verità. Lo Zinfandel infatti divenne famoso e si poteva cosi utilizzarne il nome con della pubblicità gratuita, fino agli anni 80. In effetti in California si era investito molto denaro, e il nome Zinfandel poteva essere sfruttato anche in Italia
Lo Zinfadel come abbiamo detto si è confermato essere il Primitivo alle prove del DNA svolte negli anni 90. Fu per caso che ci si accorse dell'uguaglianza tra i due vitigni, anche se chiaramente questa similitudine sarebbe venuta a galla. Nel 1967 infatti, un professore californiano assaggiò il Primitivo durante una vacanza in Puglia e si accorse dell'assoluta uguaglianza con lo Zinfandel. Naturalmente fu subito chiaro che il vitigno “italiano” fosse più antico e che quindi il californiano era un Primitivo ridenominato. Si iniziò quindi a ricercare l'origine esatta del vitigno italiano per comprendere come questo poi fosse finito, perdendo le etichette sulle talee, in America. Lo studio vide coinvolti sia gli americani che i croati vista la ricerca sopra menzionata di Sean Myles che servì anche a determinare l'origine croata del Primitivo dal Plavac Mali e da un vitigno oggi scomparso (probabilmente), il Dobricic, mentre molto raro è il primo. L'origine del vitigno è quindi da ricercarsi nella zona di Spalato. Da tutta questa ricerca si è riusciti a comprendere il percorso descritto sopra che ha portato il Primitivo in America.
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Il Primitivo oggi viene utilizzato sempre con maggior convinzione in purezza grazie alla grande qualità espressa nel vino. Questo anche grazie alla versatilità che il vitigno offre nelle vinificazioni che possono regalare sia vini potenti e strutturati che leggeri vinelli profumati. Quindi sia i colori profondi di opulenti vini complessi che vini rosati freschi. Inizialmente il vitigno veniva coltivato a Gioia del Colle e poi venne trapiantato anche a Manduria e su tutte le Murge in generale e anche più a sud, fino al Salento. Qui il Primitivo regala vini opulenti anche nella versione passito in rare vinificazioni da meditazione, mentre la sua tipologia opulenta regala associazioni con carni pregiate di cacciagione e cucina classica di carni anche piccanti e molto aromatiche ma anche addirittura con la pasticceria secca. Ottime anche le versioni leggere che ampliano di molto la possibilità degli abbinamenti anche fino ad arrivare alla frutta fresca.
L'ultimo utilizzo del Primitivo in ordine di tempo ma non per qualità è la distillazione come grappa di gran pregio, in cui anche qui si riescono ad ottenere varie sfumature per gli appassionati.
Da Gioia del Colle alla sua nuova terra salentina il Primitivo a guadagnato fama e qualità grazie alla dedizione dei viticoltori della provincia di Lecce che hanno trasformato questo vitigno in un nome di sicuro affidamento. Qui il Primitivo oggi è protetto dalla legge delle denominazioni d'origine grazie al Primitivo di Manduria DOC e agli IGT Salento Primitivo e Primitivo Tarantino.
Il vitigno in purezza fornisce vini potenti ed alcolici con colori rubino scuro e profondo sfumato di viola. Per quel che riguarda i colori del vino questi subiscono l'influenza del terreno e in particolare delle temperature con una crescita nell'assunzione delle sostanze coloranti, i polifenoli, al crescere dell'escursione nelle temperature. Quindi anche diverse sono le profumazioni che generalmente vengono giocate su note di frutti rossi scuri come prugne e ciliege per sfumare sul floreale delle viole e varie speziature. Seguono poi aromi animali e vegetali se il vino risultasse invecchiato. In bocca il vino regala altrettante splendide sensazioni a partire dalle moderazioni vellutate della solida struttura, sempre presente qualsiasi sia la tipologia prodotta. Il vino fornisce anche adeguato supporto tannico determinando anche una leggera e corroborante astringenza finale. Potente in alcol e dal corpo superbo a completo, il Primitivo pugliese inizia a farsi conoscere anche all'estero come vino di razza sicuro attore e interprete di primo piano accanto ai grandi vini italiani.
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