Spumante magnum
Sia che siate appassionati di vino e spumante, oppure che siate semplicemente curiosi, o che non rientrate in nessuna delle due categorie, vi sarà sicuramente capitato di chiedervi come mai fin dall’epoca antica, queste bevande vengono conservate in bottiglie di vetro. Si tratta di un materiale antichissimo e facilmente rintracciabile da vari secoli, anche se a onor del vero, i primi vini venivano conservati e consumati in otri di creta e di terracotta. Il vetro è senza dubbio la sostanza perfetta per conservare il vino senza intaccarne le proprietà essenziali. A differenza del legno e della carta (pure non mancano le aziende che producono vino conservandolo nei pratici brick di cartone), il vetro consente al vino una conservazione omogenea, ne rispetta le caratteristiche organolettiche e non contribuisce a modificarne l’essenza. I vantaggi di questo materiale sono anche altri: anzitutto quello di non rilasciare al liquido il proprio sapore, il vino rimane autentico e non viene mai influenzato da fattori esterni. In secondo luogo, e sebbene possa sembrare una stupidaggine, essendo trasparente, il vetro consente di distinguere colore e contenuto.
Dando un’occhiata ai secoli passati, scopriamo che in epoca romana il vino veniva conservato in botti di legno e poi portato in tavola mediante anfore di vari materiali. Queste erano di varie dimensioni, a seconda, generalmente, del numero di commensali e della dimensione della tavola. Con il passare del tempo, arrivando al Rinascimento, scopriamo addirittura che le botti cominciarono a perdere importanza a favore delle anfore. Nelle osterie e nelle trattorie del tempo, era compito dei gestori portarlo in tavola servendosi degli appositi oggetti: bicchieri, caraffe e piccole bottiglie. Il vetro, insomma, fece la propria prima apparizione intorno al 1660, in Inghilterra. Sir Kenelm Digby sperimentò delle bottiglie di vetro panciute nella forma e decisamente più resistenti rispetto alle tipologie di bottiglia presenti a quei tempi sul mercato. Queste erano dotate anche di una cordicella che aveva il compito di legare il tappo di sughero alla bottiglia. Si trattava della prima vera bottiglia di vino in vetro in assoluto, anzi, a onor del vero si trattava del primo fiasco, perché la forma dei primi contenitori era molto più vicina ai fiaschi che alle bottiglie. Possiamo affermare con certezza che fino alla fine del XIX secolo furono proprio queste le bottiglie che andarono per la maggiore.
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Subito dopo la loro introduzione, nel giro di pochi anni, dall’Inghilterra queste bottiglie arrivarono in Francia, muovendo i primi passi di quella che si rivelerà una vera e propria rivoluzione in ambito enologico. Finalmente era a disposizione dei viticoltori e dei produttori, un oggetto che permetteva la conservazione del vino per almeno 4-5 anni ed in estrema sicurezza, escludendo il rischio di alterazione delle caratteristiche organolettiche. In Francia queste bottiglie arrivarono nel momento migliore, ovvero negli anni in cui Dom Perignon stava sperimentando il metodo classico per la produzione dello champagne. Gli inizi furono tutt’altro che semplici, perché il più delle volte l’incontro tra il vetro e le bollicine si traduceva in incidenti: le bottiglie non reggevano la forza dell’anidride carbonica e si frantumavano in mille pezzi. In Francia allora si procedette alla produzione di bottiglie più resistenti, e si differenziarono le bottiglie per il vino che contenevano. Più robuste e sicure erano le bottiglie di spumante, naturalmente. Risultati diversi, ma nello stesso ambito, vennero raggiunti in Germania e in Italia, per consolidare un binomio, quello tra il vino e il vetro, da allora assolutamente incrollabile.
Oltre a chiedervi perché le bottiglie di spumante vengono sempre imbottigliate nel vetro, probabilmente vi sarete anche chiesti quanti formati esistono per il confezionamento del vino e dello spumante. Ce ne sono diversi, ma il primo in assoluto è quello standard, basato su bottiglie varianti dai 70 ai 78 cl. Oggi questo formato è tassativamente fermo sui 75 cl, e preceduto da due “cugini” più piccoli, la split e la mezza media. Nel primo caso, parliamo di bottiglie contenenti 20 cl, mentre nel secondo caso la capacità è di 37,5. Tuttavia il formato più diffuso ed apprezzato è quello conosciuto come magnum. Le bottiglie di spumante magnum fanno sempre la loro comparsa sulle tavole imbandite a festa. Prosecco, Franciacorta, Champagne, Martini, Asti Cinzano, sono solo alcune delle ditte che ogni anno producono milioni di bottiglie di questo tipo. La “magnum” contiene 1,5 litri di spumante ed è caratterizzata da una struttura resistente, capace di resistere alla forza dell’anidride carbonica, ma anche alla notevole quantità di liquido.
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