Olivo
Tra le piante da frutto del bacino del Mediterraneo l’olivo, scientificamente conosciuto con il nome di Olea Europaea, è sicuramente una di quelle più diffuse. In realtà l’olivo è molto coltivato anche in altre zone del pianeta come la California, l’Argentina, il Messico, l’Australia e la Cina e ciò permette una produzione di olio diversificata sia dal punto di vista qualitativo, in quanto ogni area di produzione caratterizza fortemente il prodotto nato da quella terra, che dal punto di vista geografico dato che in questo modo sta diventando uno dei prodotti più diffusi non solo in Europa.
L’olivo è una specie sempreverde estremamente longeva, si stima infatti che abbia una vita media di qualche centinaia di anni con una produzione di olive che si mantiene pressoché stabile nel tempo, in quanto questa splendida pianta è capace di rigenerarsi e di mantenersi,
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prosegui ... , per la maggior parte dei suoi anni, estremamente produttiva. Dal punto di vista botanico, l’olivo può essere scomposto nelle sue parti più importanti: le foglie, il tronco, i fiori, il frutto e le radici. Le foglie degli olivi sono composte, come tutte le foglie, da due pagine. Quella superiore si presenta di un colore verde molto scuro, mentre quella inferiore più chiaro tendente all’argento. Esse hanno un ciclo di circa tre anni dopodiché si rinnovano. Il tronco è la parte della pianta da cui è maggiormente visibile l’età dell’olivo tant’è che si presenta con una corteccia liscia e verde quando ancora giovane, cupa e grinzosa una volta invecchiata. Esso può essere lungo fino a due metri. I fiori dell’olivo sono esteticamente molto belli anche se inodore. Di colore bianco, sono riuniti in gruppi che prendono il nome di mignole. Dai fiori si sviluppano i frutti detti drupi. Essi hanno un peso e una dimensione variabile a seconda della varietà d’olivo. Presentano un nocciolo duro che funge da protezione al seme in esso contenuto. Non tutti i fiori, però, producono il frutto: soltanto il 10% infatti si trasforma in drupe, tutti gli altri subiscono il cosiddetto aborto dell’ovario. I fiori degli olivi sono ermafroditi, ovvero presentano sia l’organo di riproduzione maschile che quello femminile. Nonostante ciò, la fecondazione avviene in maniera eterogama, ovvero tra piante diverse. La fecondazione non avviene mediante l’impollinazione in quanto non si tratta di una pianta nettarifera, ma interviene un tipo di fecondazione detta anemofila, ovvero attraverso il vento che in maniera del tutto naturale porta i semi a grandi distanze. La maturazione dei frutti e quindi delle olive avviene nel periodo che va da novembre a febbraio e vengono colte non in periodi specifici, ma con una cadenza che dipende da vari fattori quali il clima, la collocazione dell’oliveto e tanti altri. Il frutto, ovvero l’oliva è composto per la maggior parte di acqua e da olio, il quale viene ricavato soprattutto dalla polpa. Esistono diverse qualità di olivi da cui derivano frutti molto differenziati tra loro. Nel corso degli anni sono state allevate tante specie da esperti olivicoltori apprezzando soprattutto le specie maggiormente resistenti ai climi difficili e alle malattie più diffuse.
Tra le varietà di olivo le più coltivate possono essere classificate in due categorie: quelle da olio e quelle da mensa. Per quanto riguarda quelle da olio ritroviamo la Coratina molto diffusa in Puglia, il Frantoio in Toscana, il Frangivento, il Leccino, il Moraiolo, il Pendolino e altri ancora. Per quanto riguarda quelli da mensa, invece, ricordiamo l’Ascolana Tenera, l’Oliva di Cerignola e il Sant'Agostino.
L’olivo è una pianta che per crescere e riprodursi ha bisogno di caratteristiche territoriali e climatiche ben definite. Generalmente predilige un clima molto caldo, dove anche d’inverno la temperatura non scende per lungo tempo sotto lo zero. Oltre ad una temperatura alquanto alta, un ‘altra condizione necessaria per la vita dell’olivo è l’assenza di sbalzi termici che possano pregiudicarne la salute. Il territorio ideale per la coltivazione dell’oliveto è essenzialmente arido e secco, infatti non ha bisogno di un tasso d’umidità troppo elevato. Infine anche la presenza di un buon tasso di calcio nel suolo è un ottimo requisito per la sua coltivazione.
In base a tutte queste caratteristiche che riguardano la composizione del suolo e del clima, ne deriva che i luoghi della terra più indicati per la coltivazione dell’olivo sono i paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo tra cui, chiaramente, l’Italia, la Grecia, alcuni paesi del Medio Oriente, la Francia meridionale e la Spagna orientale. Negli ultimi anni anche altri paesi che, in realtà, non rientrano in queste coordinate geografiche sono diventati degli ottimi coltivatori di olivi e di conseguenza dei produttori d’olio. Stiamo parlando soprattutto di California, Argentina, Australia e addirittura Cina. In Italia, in particolare, le aree maggiormente votate ad ospitare lunghe distese di oliveti sono la Puglia che detiene ben più della metà degli oliveti italiani, a questa regione segue la Calabria e la Campania.